LAVORO IN ITALIA E IN PROVINCIA. DUE NUMERI PER CAPIRE.
La diffusa inadeguatezza dei salari e i processi di strutturale precarizzazione del lavoro sono ben noti. Meno conosciuti sono forse alcuni riferimenti quantitativi, utili per capire quale sia la situazione reale.
Sul piano nazionale, è difficile rimanere indifferenti. L'Italia è l'unico paese tra quelli dell'Ocse ad aver subito una contrazione dei salari tra il 1990 e il 2020. La grafica qui riportata è di sicuro eloquente. E' bene tener presente come la nostra Provincia non sia affatto immune da questa tendenza.
Un altro tratto condiviso tra piano nazionale e quadro locale si ritrova sul fronte dei contratti di lavoro. Un documento utile in tal senso è il Report annuale curato dall'Agenzia per la Formazione e l'Orientamento al Lavoro. Ecco un estratto significativo dall'edizione del 2020, a proposito delle dinamiche contrattuali dominanti nella Provincia di Monza e della Brianza:
"I contratti più utilizzati sono quelli a tempo determinato, che costituiscono il 50,1% del totale. Ciò conferma il fatto che il tempo determinato, un tempo step intermedio per giungere al tempo indeterminato, diviene una sorta di gabbia contrattuale all’interno della quale i lavoratori rimangono spesso “invischiati” con poche possibilità di uscita verso il tempo indeterminato. Seguono tutte le altre tipologie contrattuali, spesso riconducibili a forme di lavoro atipico."

In questi giorni ha ripreso piede il dibattito pubblico in materia di reddito minimo e dinamiche contrattuali. Questi dati dovrebbero far riflettere, dando indicazioni precise alla classe politica, troppo spesso ancorata a schemi ideologici superati.